Cheta l’anima com’olio di lampa
sogna i rivoletti di fiori oltremarini
sui muri del tuo orto la vampa
di primule ch’arde la nuvola dei biancospini.Marta, sorella amara, sì lieve è l’incanto
che basta un tintinnio di piccolo sonaglio,
un respiro d’ape perché torni il pianto
a battere il mio cuore come un maglio.Tu prega presso il ceppo ulivigno
perché sia tratto nel sole, or che mi brulica
dentro il formicaio, tra il loglio ed il macigno
dove Lazzaro lasciò la benda abulica.E così sia. La volontà sia fatta:
dal mistero del seme alla minuta cellula,
dalla gemma di brina che profuma la fratta
al miracolo d’un’ala di libellula.Dio viene nei miei sogni inquieti,
al bivio d’ogni tiepida vigilia,
non ignoto, né carico di lucidi amuleti,
ma Padre di creatura che s’umilia.Ma io, sorella, non sono che un dolore
fatto carne da un verbo che m’induce
alla preghiera nel tono suo minore
che mai raggiunge la più alta luce:Poeta: arcobaleno sospeso tra due cime
come ponte di cristallo lieve lieve
per il valico dei sogni e delle rime
dall’abisso ai germogli della neve.
Titolo della poesia
In tono minore