C’è sola una lacrima nel cielo –
non pianta ancora da la notte insonne
che tremola sul colle
ai primi pallori luminosi;
come la lacrima che non vuoi sgorgare
quando ha bisogno l’anima di pianto.
Per te – o notte – ci sono tanti e tanti
piccoli fazzoletti verdi
sui campi,
ch’hanno raccolto le tue fresche lacrime
ch’hanno sentito l’anima
ammollirsi di pianto
ed ora aspettano il sole
che venga ad asciugarli
col suo alito caldo
per l’altro pianto
– ancora! –
Ma chi raccoglie invece
il pianto mio? – Forse tu – povera amica
che sei tornata un’altra volta ancora
a me -che ti credevo lontana e sonnolente
immersa nei tuoi sogni di bambina
azzurri troppo, e forse troppo folli.
E ora mi sembri pallido sorriso di luce,
quel solo sboccio bianco di pace
di questo cielo filigranato
di brividi violetti!
O gioia di gustare tutto in pianto
nuovo e umano!
Sentii ne l’anima
dolce una frescura
filtrare a gocciole di gioia o di dolore…
E non pensare a nulla,
vagabondo il pensiero,
a le cime rosate del mattino!
O quante volte le pupille smorte
ha scrutato
i rossi crepuscoli serali,
cercando forse una cosa vana,
sentita lieve brividar ne l’anima…,
e mai avuta…
solo intravista appena
e poi svanita!…
Titolo della poesia
Fremiti mattinali