Era un mattino di settembre
e lei mi baciava il membroAerei e nuvole passavano
cori neri rimbombavano
lei mi baciava il membroIl mio tempo di ragazzo
il mio tempo ancor futuro
tutti insieme rifiorivanoLei mi baciava il membro
Un uccellino cantava,
nel cuore dell’albero, nel cuor
della terra, di me, della morteMorte e primavera in fiore
si disputavano l’acqua chiara
acqua che accresceva la seteLei mi baciava il membro
Tutto quello che ero stato
quanto mi era già negato
non aveva ormai più sensoSolo la rosa contratta
il tallo ardente, una fiamma
e quell’estasi nell’erbaLei mi baciava il membro
Di tutti i baci era il più casto
in quella purezza spoglia
che é delle cose donateNon era omaggio di schiava
avviluppata nell’ombra
ma regalo di reginache diventava cosa mia
mi circolava nel sangue
e dolce e lento e vagantecome bacio di una santa
nel più divino trasporto
e in un fremito solennebaciava baciava il membro
Pensando al resto degli uomini
che pena avevo di loro
prigionieri in questo mondoIl mio impero si estendeva
a tutta la spiaggia deserta
e ad ogni senso all’ertaLei mi baciava il membro
Il capitolo dell’essere
il mistero di esistere
la delusione d’amareeran tutto onde silenti
spente su moli lontani
e una città si ergevaradiosa di pietre rare
e di odi ormai placati
e sulla brezza il piacereveniva a portarmi via
se prima non mi afflosciava
come un capello si allisciae mi scombussolava
in cerchi tutti concentrici
nella foschia dell’universoBaciava il membro
baciava
e se ne moriva baciando
per rinascere a settembre
Titolo della poesia
Era un mattino di settembre