Un bel mattino d’estate, in casa della piccola proprietaria terriera Anna Pavlona Adueva, che aveva una tenuta nella campagna di Grači, tutti si levarono alle prime luci dell’alba; tutti, a cominciare dalla padrona per finire al cane da guardia Barbos.
Solamente l’unico figlio di Anna Pavlona, a nome Aleksandr Fëdoryč, continuava a dormire, com’è inevitabile che si dorma a vent’anni, di un sonno letargico, mentre gli altri s’aggiravano per casa dandosi d’attorno in mille modi. I servitori si muovevano peraltro in punta di piedi, parlando tra di loro sottovoce per non destare il padroncino dormiente.
Incipit
Una storia comune