Quando nell’agosto del 1945, Geo Josz ricomparve a Ferrara, unico superstite dei centottantatré membri della Comunità israelitica che i tedeschi avevano deportato fin dall’autunno del ’43, e che i più consideravano non senza ragione sterminati tutti da un pezzo nelle camere a gas, nessuno, in città, da principio lo riconobbe.
Incipit
Una lapide in via Mazzini, Cinque storie ferraresi