Incipit di “Un cuore arido”, di Carlo Cassola Il libeccio era durato fino alla notte prima, e…

Il libeccio era durato fino alla notte prima, e un largo tratto di spiaggia era stato spianato e scurito dalla mareggiata. Anna camminava adagio, guardando in terra. Seguiva la traccia di due piedi nudi. Poi la sua attenzione fu attirata da un’orma composta da tre graffiature: pensò che l’avesse lasciata un gabbiano. Risalì il pendio e si mise a camminare lungo l’orlatura bianchiccia che segnava l’estremo limite della mareggiata. Con la punta del piede smuoveva le conchiglie e i sassolini che la furia delle onde aveva portato fin là. Notò un pesciolino morto; e una bava che sotto la carezza del vento sembrava volesse staccarsi da terra e prendere il volo. Le bastò sfiorarla, perché si sfacesse.

Incipit

Un cuore arido

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