Questo è il Mondo Disco, che viaggia nell’universo sul dorso di quattro elefanti in piedi sul guscio della Grande A’Tuin, la tartaruga celeste.
Un tempo un tale universo sarebbe stato considerato insolito, magari impossibile.
Ma in effetti… un tempo le cose erano più semplici.
Perché l’universo era pieno di ignoranza e lo scienziato vi si aggirava, chino come un cercatore d’oro su un ruscello di montagna, in cerca del tesoro della conoscenza tra la ghiaia dell’irrazionalità, la sabbia dell’incertezza e le piccole cose baffute con otto zampe della superstizione.
Di tanto in tanto si alzava, e diceva cose del tipo: “Urrà, ho scoperto la Terza Legge di Boyle”. E tutti sapevano a che punto si trovavano. Ma il problema fu che l’ignoranza divenne più interessante, specie quella grossa e affascinante ignoranza su questioni enormi e importanti, come la materia e la creazione, e la gente smise di costruire pazientemente le piccole casette di stecchini razionali, e cominciò a interessarsi al caos: in parte perché era molto più facile essere esperti di caos, ma soprattutto perché offre ottimi spunti per i disegni sulle magliette.
E invece di occuparsi di vera scienza (come per esempio trovare quell’accidenti di farfalla che ultimamente provoca tutte quelle tempeste sbattendo le ali, e dirle di piantarla) gli scienziati all’improvviso si misero a dire che non si poteva conoscere nulla, e che non c’era nessuna realtà da conoscere, e che tutto questo era tremendamente eccitante, e tra parentesi, lo sapevate che forse ci sono un sacco di piccoli universi ovunque, ma non si vedono perché sono ripiegati su se stessi? Tra parentesi, non sarebbe una cosa favolosa da mettere su una maglietta?
Incipit
Streghe all’estero