Incipit di “Prega detective”, di James Ellroy Gli affari andavano bene. Ogni estate era la st…

Gli affari andavano bene. Ogni estate era la stessa storia. Lo smog e il caldo ammantavano il bacino, la gente cedeva al torpore e al malessere, antiche decisioni soccombevano, vecchi impegni venivano trascurati. E io ne traevo vantaggio: la mia scrivania era invasa da ordini di esproprio per auto delle marche e dei modelli più vari, dalle berline Datsun alle Eldorado Ragtop, in località che andavano da Watts a Tacoima. Seduto alla mia scrivania, ascoltando il concerto per violino di Beethoven e bevendo la terza tazza di caffè, calcolai le mie parcelle al netto delle spese. Con un sospiro benedissi Cal Myers, la sua paranoia e la sua cupidigia. Il nostro accordo risale ai tempi in cui facevo parte della Buoncostume di Hollywood, quando entrambi eravamo nei pasticci e io gli feci un grosso favore. Ora, diversi anni dopo, la sua colpevole noblesse oblige mi permette qualcosa di simile a uno sfarzo borghese, senza il cruccio delle tasse.

Incipit

Prega detective

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