La gloria di colui che tutto move
per l’universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove.Nel ciel che più de la sua luce prende
fu’ io, e vidi cose che ridire
né sa né può chi di là sù discende;perché appressando sé al suo disire,
nostro intelletto si profonda tanto,
che dietro la memoria non può ire.
Incipit
Paradiso (La Divina Commedia)