Incipit di “Nessuno lo saprà”, di Enrico Brizzi Ma adesso eri sposato. Eri sposato da quindici …

Ma adesso eri sposato. Eri sposato da quindici mesi, e avevi un figlio.
Avevi un figlio, e con tua moglie una serie di cose cominciavano a perdere quota.
Avevate vissuto insieme tre anni, prima di sposarvi, ma adesso quella stessa ragazza non si ricordava più tanto bene chi eri, e pure con il lavoro le cose non procedevano a meraviglia.
Era un mondo molto piccolo, quello del tuo lavoro, e lo era ancora di più da quando era arrivato il bambino. La stanza in cui lavoravi era adesso la sua cameretta, e tu eri ormai confinato, col computer e il po’ di libri che vi trovavano spazio, in quello che prima insieme a Dina chiamavate “il ripostiglio grande”. Era un ambiente appena meno angusto del ventre dell’armadio a muro che presidiava il corridoio, e ogni volta che volevi fumare dovevi abbandonare la postazione e trasferirti sul balconcino del soggiorno.

Incipit

Nessuno lo saprà

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