Incipit di “Nessuno al mio fianco”, di Nadine Gordimer E quello chi era? C’è sempre qualcuno che nessu…

E quello chi era? C’è sempre qualcuno che nessuno ricorda. Nelle fotografie di gruppo soltanto quelli che sono diventati celebri, nel bene o nel male, o le facce che possono essere ricordate attraverso comuni esperienze, occupano lo spazio e il tempo appiattiti sulla lucida carta. Chi poteva essere? Le mani penzoloni, i piedi ben allineati per la macchina fotografica, il sorrisetto di profilo rivolto al personaggio che doveva diventare il centro del momento immortalato, la sola immagine sviluppata con maggiore intensità, e ai margini di questo centro focale c’è un’appendice, che potrebbe anche essere tagliata fuori perché, nel riconoscimento e nel particolare ricordo che desta la fotografia, la figura periferica non è mai stata presente. Ma se venisse qualcuno e riconoscesse la persona che nessuno ricorda, subito subito si svilupperebbe un’altra lettura della fotografia. Lì ci sarebbe immediatamente qualcos’altro, qualche altro significato, e cioè la presenza di ciò che è stato accettato nel tempo. Qualcosa di segreto, forse, colto così distrattamente.

Incipit

Nessuno al mio fianco

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