Incipit di “Mastro Pulce”, di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann C’era una volta… Quale autore può ancora azza…

C’era una volta… Quale autore può ancora azzardarsi oggi di cominciare così la sua novelletta? — Che vecchiume! Che roba noiosa! — esclama il benevolo o piuttosto malevolo lettore, che, secondo il saggio avviso dell’antico poeta latino, vuole essere introdotto subito medias in res. Egli ha l’impressione che gli venga in casa un prolisso chiacchierone, il quale nemmeno è entrato, e già si mette a sedere comodamente e si raschia la gola, in procinto di attaccare un interminabile sproloquio. Ciò gli fa richiudere, seccato, il libro che aveva appena aperto. Ma l’editore della meravigliosa storia di mastro Pulce è invece convinto che quel modo lì di cominciare vada benissimo e sia anzi il migliore, motivo per cui i più eccellenti narratori di fiabe, che restano pur sempre le balie, le vecchie e simili, se ne sono serviti da che mondo è mondo.

Incipit

Mastro Pulce

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