Alla destra dell’auto in corsa, oltre il ciglio dell’autostrada, sostava un gruppo di vacche. Poco più in là ce n’erano altre, sagome marroni mezze nascoste dall’ombra di un granaio. A lato del granaio si scorgeva vagamente una vecchia insegna della Coca-Cola.
Joseph Schilling, seduto sul retro, infilò la mano nel taschino e tirò fuori il suo orologio d’oro. Con un movimento esperto dell’unghia lo aprì e guardò l’ora. Erano le due e quaranta del pomeriggio, di un caldo pomeriggio californiano di piena estate.
Incipit
Mary e il gigante