Incipit di “L’uomo del labirinto”, di Donato Carrisi Mentre per la maggioranza dell’umanità quel 23 …

Mentre per la maggioranza dell’umanità quel 23 febbraio era solo un mattino come un altro, per Samantha Andretti poteva essere l’inizio del giorno più importante della sua giovane vita. Tony Baretta aveva chiesto di parlarle. Sam si era rigirata nel letto pert utta la notte come l’indemoniata di alcuni film dell’orrore, provando a ipotizzare i motivi che spingevano uno dei ragazzi più carini della scuola – e del creato – a voler scambiare frasi di senso compiuto proprio con lei. L’inizio dei fatti, però, doveva essere collocato al giorno precedente. Per prima cosa, la richiesta non era stata fatta direttamente a lei, e nemmeno da lui in persona. Fra i preadolescenti certe cose prevedevano il rispetto di regole precise. Certo, l’iniziativa partiva sempre dall’interessato. Ma poi c’era tutta una procedura. Tony si era servito di Mike, uno del suo giro, che l’aveva riferito a Tina, la compagna di banco di Sam. Tina poi l’aveva detto a lei. Una frase semplice, diretta, ma che, nell’imperscrutabile universo delle scuole medie, poteva significare molte cose.

Incipit

L’uomo del labirinto

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