Come sempre, nel dormiveglia, fu assalito dal ricordo di dove fosse e, con un sincero, autentico grido d’orrore, Arthur Dent si svegliò.
Così, come sempre, cominciò la sua giornata.
Il problema non era tanto il freddo, l’umidità, il cattivo odore della caverna. Il problema era che la caverna si trovava nel bel mezzo di Islington, e che prima di due milioni di anni non sarebbe passato nessun autobus.
Come Arthur ben sapeva, il tempo è il posto (se così lo si può chiamare) peggiore per perdersi; e lui ci si era perso un mucchio di volte: nel tempo e nello spazio.
Incipit
La vita, l’universo e tutto quanto