Incipit di “La sera della vigilia di Ivàn Kupàla”, di Nikolaj Gogol Fomà Grigòr’evic aveva una sua particolare stra…

Fomà Grigòr’evic aveva una sua particolare stravaganza: detestava a mor­te l’idea di raccontare due volte il medesimo racconto. Se riuscivi a farglielo ri­petere, ecco che ci ficcava dentro qualcosa di nuovo, o lo rimpastava così che non potevi riconoscerlo. Un giorno uno di quei signori (per noi gente sem­plice è difficile pronunciarne anche il nome: i letterati, illetterati – che so? – basta, sono proprio come i mezzani da fiera; pitoccano, arraffano, rubano a piene mani tutto quello che capita, e poi stampano alla fine di ogni mese, o settimana, certi loro tomi, magri come sillabari), uno di quei signori dicevo, riuscì a carpire a Fomà Grigòr’evic la novella che segue.

Incipit

La sera della vigilia di Ivàn Kupàla

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