L’ultimo giorno di gennaio del 1915, sotto il segno dell’Acquario, in un anno di una grande guerra, al confine con la Spagna, nell’ombra di monti francesi, io venni al mondo. Fatto a immagine di Dio, quindi libero per natura, fui tuttavia schiavo della violenza e dell’egoismo, ad immagine del mondo in cui ero nato. Quel mondo era il quadro dell’inferno, pieno di uomini come me, i quali amavano Dio eppure lo odiavano, e. nati per amarlo, vivevano nel timore e nella disperazione di contrastanti appetiti.
A poche centinaia di miglia dalla casa dove nacqui, si andavano raccogliendo i soldati che imputridivano nelle trincee fangose, tra i cavalli uccisi e i pezzi da settantacinque sfondati, in una foresta d’alberi senza rami, lungo la Marna.
Incipit
La montagna delle sette balze