Stevenson, verso il 1882, annotò che i lettori britannici in genere non apprezzavano le peripezie e pensavano fosse prova di abilità redigere un romanzo senza intreccio, oppure con un intreccio infinitesimale, atrofizzato. José Ortega y Gasset – La disumanizzazione dell’arte, 1925 – cerca di ragionare il disdegno notato da Stevenson e decreta, nella pagina 96, che “non è probabile che oggi si possa inventare un’avventura capace di interessare la nostra sensibilità superiore”, e nella 97, che quest’invenzione “è praticamente impossibile”.
Incipit
Introduzione a L’invenzione di Morel