I comandanti dei plotoni della terza compagnia avevano l’abitudine di trascorrere assieme le ore che precedevano il tramonto. In quel momento del giorno i nervi erano freschi, tutti i dettagli riacquistavano il proprio valore, e si continuava instancabilmente a ribadirli in infiniti colloqui. Se ci si incontrava la mattina, dopo notti di pioggia, di fuoco e di mille tensioni diverse, allora tutti i pensieri erano sconnessi e taglienti, si passava l’uno accanto all’altro col volto accigliato, oppure il malumore esplodeva in manifestazioni che, in tempo di pace, avrebbero offerto materia sufficiente a sedute di corte marziale di intere settimane.
Incipit
Il tenente Sturm