L’estate incombeva fosca su Charlotte. Tremuli luccichii balenavano sull’asfalto bollente. Il traffico del mattino premeva verso le lusinghe del futuro, nuovi edifici spuntavano, il passato si arrendeva ai bulldozer. Dal centrocittà si impennavano i sessanta piani dell’USBank Corporate Center, sormontati da una corona di canne d’organo inneggianti al dio denaro. Capitale dell’ambizione e del cambiamento, Charlotte era cresciuta così in fretta da non riuscire piùa orientarsi nelle sue stesse strade. Il suo sviluppo non conosceva tregua spesso era goffo come quello di un adolescente, o troppo pieno di ciò che i suoi primi coloni avevano chiamato orgoglio.
Incipit
Il nido dei calabroni