Incipit di “Il garofano rosso”, di Elio Vittorini Aspettavamo la campana del secondo orario, tra …

Aspettavamo la campana del secondo orario, tra undici e mezzogiorno, pigramente raccolti, sbadigliando, intorno ai tavolini del caffè Pascoli & Giglio, ch’era il caffè nostro, del Ginnasio-Liceo, sull’angolo di quella strada, anch’essa nostra, con la via principale della città, dai borghesi Corso e da noi Parasanghea.
I più fortunati mandavano giù l’una dietro l’altra granite di mandorla, la più buona cosa da mandare giù ch’io ricordi della mia infanzia; e c’era la tenda rosso marrone che bruciava di sole come un sospeso velo di sabbia sopra i tavolini. C’erano discorsi di grandi parole, di grandi speranze, e c’erano i pettegolezzi scolari sulle medie, i temi in classe, i professori e i compagni sgobboni.

Incipit

Il garofano rosso

Il garofano rosso

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