In treno avevo dormicchiato, e così avevo per metà la sensazione di sognare. Quando sentii il nome della mia stazione, scesi precipitosamente. Nell’aria pungente dell’inverno, il marciapiede sembrava ghiacciato. Mi strinsi bene la sciarpa e uscii dal controllo biglietti.
Salita in taxi, chiesi all’autista di portarmi in albergo, ma lui disse di non conoscerlo. Ricordai che si trattava di un albergo nuovo, piccolo, probabilmente poco pubblicizzato, e così mi feci lasciare in una zona da cui avrei potuto facilmente raggiungerlo.
Tutt’intorno non c’erano altro che campi, e in lontananza si vedeva il profilo dolce delle montagne. Quando trovai una piccola insegna che indicava l’albergo, la segui inerpicandomi per una stretta salita.
Ora che mi ero abituata al freddo, assaporavo con gioia l’aria pulita. Ero sempre più sveglia, e stavo cominciando a sudare un po’ quando davanti a me percepii la presenza di qualcuno che conoscevo.
Incipit
Il corpo sa tutto – Il pollice verde