Incipit di “Ho voglia di te”, di Federico Moccia “Voglio morire.” Questo è quello che ho pensato…

“Voglio morire.” Questo è quello che ho pensato quando sono partito. Quando ho preso l’aereo, appena due anni fa. Volevo farla finita. Sì, un semplice incidente era la cosa migliore. Perché nessuno avesse colpe, perché io non dovessi vergognarmene, perché nessuno cercasse un perché… Mi ricordo che l’aereo ha ballato per tutto il viaggio. C’era un temporale e tutti erano tesi e spaventati. Io no. Io ero l’unico a sorridere. Quando stai male, quando vedi nero, quando non hai futuro, quando non hai niente da perdere, quando… ogni istante è un peso. Immenso. Insostenibile. E sbuffi in continuazione. E vorresti in tutti i modi liberartene. In qualsiasi modo. Nel più semplice, nel più vigliacco, senza rimandare a domani di nuovo questo pensiero: lei non c’è. Non c’è più. E allora, semplicemente, vorresti non esserci più anche tu. Sparire. Puff. Senza troppi problemi, senza dare fastidio. Senza che qualcuno si preoccupi di dire: “Oh, ma hai saputo? sì, proprio lui… Non sai che fine ha fatto…”.

Incipit

Ho voglia di te

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