Incipit di “De abstinentia”, di Porfirio Quando ho saputo dai miei ospiti che tu, caro F…

Quando ho saputo dai miei ospiti che tu, caro Firmo, mentre condannavi la dieta vegetariana, sei tornato a mangiare carne, all’inizio non potevo crederci. La mia mente si concentrava infatti sulla tua sobrietà e sul rispetto che abbiamo maturato verso gli uomini del passato, che proprio nell’additarci questo stile di vita hanno mostrato di temere gli dèi. Poi però successive rivelazioni da parte di altri mi hanno confermato la notizia. Biasimarti per non esserti comportato secondo il proverbio, «fuggendo il male e cercando il meglio» oppure perché, come dice Empedocle, «dolendoti della tua vita passata non ti sei convertito a una migliore», mi sembrava un modo di fare rozzo, o comunque estraneo alla persuasione che si può ottenere con il ragionamento. Al contrario, ho ritenuto degno dell’amicizia che ci lega e di uomini che hanno predisposto la loro esistenza al rispetto della verità fare emergere la prova dei tuoi errori dal ragionamento e mostrarti così da quale altezza a quale abisso sei precipitato.

Incipit

De abstinentia

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