Quando sua madre, di notte, metteva in moto il ventilatore, Martin si destava, benché le ali di gomma dell’apparecchio non producessero che un rumore assai lieve: una specie di molle ronzio, che di tanto in tanto si arrestava, quando la tendina s’impigliava tra le pale. Sua madre, allora, scendeva dal letto, andava, imprecando sottovoce, a liberare la tendina dal congegno e la serrava tra i battenti della biblioteca. Il paralume della lampada a stelo di sua madre era verde: un bel verde acqua, imbevuto di luce gialla. Il bicchiere di vino rosso che stava sul tavolino da notte gli pareva quasi inchiostro: un veleno scuro, greve, che sua madre beveva a piccoli sorsi. Essa leggeva e fumava, e solo di rado prendeva un sorso di vino.
Incipit
Casa senza custode