Dopo aver scritto per settant’anni racconti e novelle mai pubblicati, Henry William Field si alzò una sera alle undici e trenta e bruciò dieci milioni di parole. Portò i manoscritti in cantina scendendo le scale della sua vecchia casa buia e li gettò nella fornace.
«È fatta» disse, e ripensando alla sua arte perduta e alla sua vita sprecata si rimise a letto nella stanza piena di preziosi oggetti di antiquariato. «Il mio errore è stato quello di cercare di descrivere questo folle mondo del duemiladuecentocinquantasette. I razzi, le meraviglie dell’atomo, i viaggi su pianeti e doppi soli. Tutti hanno tentato. Nessuno è capace di farlo. I nostri autori moderni hanno tutti fallito.»
Incipit
Angelo, guarda il futuro