Quando un uomo vede un animale che muore, lo prende un senso d’orrore: ciò che anche lui è – la sua essenza – sta evidentemente distruggendosi davanti ai suoi occhi, sta cessando di esistere. Ma quando a morire è una persona, e una persona cara, allora oltre al senso di orrore che sempre si prova dinanzi al distruggersi di una vita, si avverte una lacerazione, una ferita interiore, che proprio come una ferita fisica, a volte uccide, e a volte guarisce, ma duole sempre, e teme ogni contatto esterno, che non può non irritarla.
(IV, IV, I; 1999)
Cit.
Guerra e pace
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