Per rassicurarci, potremmo cominciare col dire che la “cosa-democrazia” diventa rilevante quando la “parola-democrazia” non è più in discussione. Siamo una democrazia giovane ma ormai consolidata e non revocabile. Non si può ragionevolmente credere che oggi qui, in mezzo all’Europa, qualcuno sia capace di attentare al sistema democratico. Dunque si può ragionare senza rischi e senza ambiguità sul funzionamento delle nostre istituzioni e del meccanismo democratico. Potremmo dire che finalmente la società non si accontenta più di avere la democrazia, non le basta contemplarla, come un orizzonte statico di riferimento, immutabile: pretende di misurarla nel suo divenire. C’è per fortuna un’autonomia della società anche rispetto alle regole di funzionamento del sistema che, nel momento in cui vengono riconosciute, sono anche valutate e giudicate. E c’è per fortuna una vitalità della democrazia che si muove e muta insieme con la società che le dà forma. Non si tratta di una fede immobile o, peggio, di un’ideologia. Altrimenti sarebbe inutile misurarla nel tempo.
Cit.
La felicità della democrazia