Alle due o alle tre o alle quattro del mattino, o giù di lì, del 25 agosto 1966, il giorno del suo quarantesimo compleanno, Leonard Bernstein si svegliò al buio in uno stato di totale agitazione. Gli era già capitato. La sua insonnia si manifestava spesso a questo modo. E così, fece come le altre volte. Si alzò e provò a camminare. Si sentiva frastornato. Poi di colpo ebbe una visione, un’ispirazione. Vide se stesso, Leonard Bernstein, l’egregio maestro, entrare in palcoscenico in cravatta bianca e marsina davanti a un’orchestra al gran completo. Da un lato del podio del direttore d’orchestra un pianoforte. Dall’altro una sedia con appoggiata sopra una chitarra. Lui si siede sulla sedia e prende in mano la chitarra. Una chitarra!
Incipit
Radical chic: Il fascino irresistibile dei rivoluzionari da salotto