A questi dì in villa per raffermarmi fiacco da quelle febbri, in quali alquanti dì prima era giaciuto, me essercitava saettando, ove tu, Nerozzo mio dolcissimo, fra gli altri quali io amo, mi venisti a mente, e ricorda’mi quanto cavalcando e in ogni virile destrezza teco me solea giovenetto molto essercitare. Desiderava per qualche pochi dì poterti storre da questi tuoi amori quali te, credo, tengono pur certo occupato. So io che ogni animo gentile amando tanto ama quanto e’ può. Ma poi ch’io mi ravidi ogni cosa potere l’amante salvo che durare sanza spesso rivedere chi egli ama, diliberai per satisfare a’ piaceri miei non volerti essere grave.
Incipit
Ecatonfilea