Incipit di “Pluto”, di Aristofane Nocciola: Giove mio! Santi Numi! Oh, che fastid…

Nocciola: Giove mio! Santi Numi! Oh, che fastidio
stare al servizio d’un padrone pazzo!
Il servo potrà dar consigli d’oro
sin che gli piace: se chi tiene il mestolo
si vuol rompere il collo, dopo, i guai
sono a mezzo! Ché il diavolo non vuole
ch’abbia la signoria del proprio corpo
chi ci sta dentro, ma chi l’ha comprato.
Cosí vanno le cose! E adesso, poi,
io me la piglio con l’ambiguo Apollo,
che dal tripode d’oro oracoleggia.
Non ho forse ragione? Lui che, dicono,
è medico e indovino da cartello,
ha rimandato il mio padrone pazzo
da legare. Ché va dietro le peste
d’un uomo cieco; e fa tutto il contrario
di quello che dovrebbe. Perché noi
che ci vediamo, li guidiamo, i ciechi.
Questo si fa guidare, e vi costringe
me, né risponde sillaba.

Incipit

Pluto

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