C’era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder-ten-tronckh, un giovinetto che la natura aveva dotato di costumi assai mansueti. Gli si leggeva l’anima sul volto. Aveva il giudizio abbastanza retto, con uno spirito grandemente semplice; perciò credo lo chiamavano Candido. I vecchi servi del castello sospettavano che fosse figlio della sorella del signor barone e d’un buono e onesto gentiluomo dei dintorni, che codesta damigella non volle mai sposare siccome non aveva potuto provare che settantun quarti: le ingiurie del tempo avevan distrutto il resto del suo albero genealogico.
Incipit
Candido