Poesia di Salvatore Quasimodo Zone rotanti d’esile metallo, in mimetismo d’al…

Zone rotanti d’esile metallo,
in mimetismo d’albe boreali,
vibrano intorno a un centro fisso e giallo:
cerchi sonanti in onde sinfoniali.

Un’aquila trascende il vivo spazio,
bianca come la calce che fermenta
verso l’immoto globo di topazio
fra le anella che girano in tormenta.

Aspro t’è il sonno e s’agita il sofisma,
Erode Antipa, che aguzzò l’incesto
nell’attimo che storce come prisma,
se barcollante lampada l’ha desto

e la misura e il senso dell’imagine.
Un nazireo salvatico t’addita,
il cui verbo procede dalle pagine
ch’hanno l’alfa e l’omega della vita.

Tu alle sorgenti dalla gola azzurra,
nel querceto ch’arpeggia per il vento,
ridi, e nel riso arguzie di suburra
oscillano: tuo cibo e tuo sarmento.

Così il meriggio ti trovò talvolta,
urlante, come di follia gremito,
e attento se una sagoma stravolta
ghignasse briaca preludiando il rito.

In verità non sorse alcuna voce
ed annegò il silenzio il tuo richiamo;
soltanto, nell’acqua, snebbiò la croce
dell’ombra tua, nodosa come un ramo.

Titolo della poesia

Il sogno

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