Incipit di “Il tristo mietitore”, di Terry Pratchett La danza moresca è comune in tutti i mondi abit…

La danza moresca è comune in tutti i mondi abitati del multiverso.
Si danza sotto il cielo sereno per celebrare il risveglio della terra, e sotto le stelle perché è primavera e con un po’ di fortuna l’anidride carbonica si scongelerà. A sentire l’impulso di danzare sono le creature dei fondali marini che non hanno mai visto il sole, così come gli esseri umani urbanizzati il cui unico contatto con la natura è stato quella volta in cui hanno messo sotto una pecora con la Volvo.
Danzano innocentemente giovani matematici dalla barba incolta accompagnati da un’inesperta fisarmonica che suona L’inquilino della comare, e danzano spietatamente uomini del calibro dei Ninja della Moresca di Nuova Ankh, che sono in grado di fare cose bizzarre e terribili con un fazzoletto e una campanella.
Nessuno danza mai come si deve.
Tranne nel Mondo Disco, che è piatto e sostenuto dal dorso di quattro elefanti che viaggiano nello spazio sul guscio della Grande A’Tuin, la tartaruga del mondo.
E anche lì, il giusto modo di danzare lo trovi solo in un posto. È un piccolo paese sulle Ramtop Mountains, dove il grande, semplice segreto si tramanda da generazioni.

Incipit

Il tristo mietitore

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