Incipit di “Francesca da Rimini”, di Silvio Pellico Esce LANCIOTTO dalle sue stanze per andare all’…

Esce LANCIOTTO dalle sue stanze per andare all’incontro di GUIDO, il quale giunge. Si abbracciano affettuosamente.

Guido. Vedermi dunque ella chiedea? Ravenna
Tosto lasciai; men della figlia caro
Sariami il trono della terra.
Lanciotto. Oh Guido!
Come diverso tu rivedi questo
Palagio mio dal dì che sposo io fui!
Di Rimini le vie più non son liete
Di canti e danze; più non odi alcuno
Che di me dica: Non v’ha rege al mondo
Felice al pari di Lanciotto. Invidia
Avean di me tutti d’Italia i prenci:
Or degno son di lor pietà. Francesca
Soavemente commoveva a un tempo
Colla bellezza i cuori, e con quel tenue
Vel di malinconia che più celeste
Fea il suo sembiante. L’apponeva ognuno
All’abbandono delle patrie case
E al pudor di santissima fanciulla,
Che ad imene ed al trono ed agli applausi
Ritrosa ha l’alma. – Il tempo ir diradando
Parve alfin quel dolor. Meno dimessi
Gli occhi Francesca al suo sposo volgea;
Più non cercava ognor d’esser solinga;
Pietosa cura in lei nascea d’udire
Degl’infelici le querele, e spesso
Me le recava; e mi diceva…. Io t’amo.

Incipit

Francesca da Rimini

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