Quinto Mucio augure era solito raccontare, con fedele memoria e piacevolmente, molte cose di suo suocero C. Lelio e non esitava a chiamarlo, in ogni discorso, sapiente: io, poi, presa la toga virile, da mio padre ero stato accompagnato da Scevola, in modo che, finché potessi e fosse lecito, non mi allontanassi mai dal fianco di quel vecchio. E così mi scolpivo nella mente molte cose da lui saggiamente discusse, ed anche molte dette in modo conciso ed elegante e mi sforzavo di diventare più dotto grazie alla sua esperienza. Ma di lui parlerò un’altra volta: ora torno all’augure.
Incipit
Laelius de amicitia