Annibale Verruso ha scoperto che sua moglie gli mette le corna e vuole farla ammazzare. Se la cosa càpita, la responsabilità è vostra!
La lettera anonima, scritta a stampatello, con una biro nìvura, era partita da Montelusa genericamente indirizzata al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vigàta. L’ispettore Fazio, che era addetto a smistare la posta in arrivo, l’aveva letta e immediatamente consegnata al suo superiore, il commissario Salvo Montalbano. Il quale, quella mattina, dato che tirava libeccio, era insitàto sull’agro, ce l’aveva a morte con se stesso e con l’universo criato.
«Chi minchia è questo Verruso?»
«Non lo saccio, dottore.»
«Cerca di saperlo e poi me lo vieni a contare.»
Incipit
Un mese con Montalbano
Un mese con Montalbano