Citazione di Apuleio Fu così che quell’apparizione divina, nella sua…

Fu così che quell’apparizione divina, nella sua persuasiva maestosità, mi annunziò cosa si dovesse fare. E io quindi, senza trascurare la faccenda e senza ritardarla rimandandola pigramente al giorno dopo, ma raccontata subito al mio sacerdote la visione che avevo avuto, all’istante mi sottometto al giogo della dieta senza carne animale e dopo aver prolungato di molto, con un’astinenza volontaria, i dieci giorni prescritti da una legge senza tempo, mi procuro tutto l’occorrente per l’iniziazione usando grande generosità, basandomi più sul mio zelo religioso che sui limiti delle mie sostanze. E in ogni caso, perdio, non ebbi mai a pentirmi di nessuna fatica, né di nessuna spesa, anzi, grazie alla generosità della divina provvidenza, me la passavo niente male coi guadagni della professione forense. Infine, dopo solo qualche giorno, il dio che tra tutti i grandi dei è il più potente, tra i più potenti il supremo, e tra i supremi il massimo e tra i massimi il sovrano, Osiride, mi apparve in sogno, e non mutato nelle spoglie di un altro essere, ma lui in persona, e si degnò anche di rivolgermi la sua parola veneranda: dovevo continuare – mi diceva – senza esitazione a svolgere la mia gloriosa professione di avvocato nel foro, e non dovevo temere le dicerie seminate dai maligni, che in quell’ambiente erano suscitate dai miei faticosi studi e dalla mia erudizione. E perché non attendessi al servizio del suo culto confuso in mezzo alla folla dei suoi fedeli, mi ammise al collegio dei suoi Pastofori, anzi tra gli stessi decurioni quinquennali. E così ancora una volta, rasatami completamente la testa, senza coprirmi o nascondere la calvizie, ma esponendola apertamente, eccomi lì, mentre tutti gli obblighi di quel collegio antichissimo, fondato ai tempi di Silla; li affrontavo pieno di gioia.

[Explicit]

Cit.

Le metamorfosi

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